
Montonero
di Giorgio Bongiorno (2008)
Quando giunsi alla pieve
Fra le risaie di quel giorno di primavera
Vidi scolpito il disegno
Del casale bianco
La stessa sagoma di sempre
Adagiata sugli specchi del sole
I fienili ormai vuoti
L’aia dorata di luce
Le ripe e gli arginelli
Le schiene curve delle mondine
Sentii per un momento il grido del risaiolo
Il fischio distante del treno
E gli zoccoli dei cavalli fra i riquadri
Increspati di pioggia
Quando giunsi alla pieve
Fra le risaie di quel giorno di primavera
Gli occhi quasi si chiusero adagio
Nel sonno lieve e solenne
di tutto quel tempo
Passato nel nulla
Il canto di lunghe file di donne
Lontane
Mi era entrato nell’anima
Dalla volta del silenzio
Deserto della barchessa
E dal ricordo di un canto dolce
Lungo e sommesso
Nel tepore del vento del mattino
Quando giunsi alla pieve
Fra le risaie di quel giorno di primavera
Una nenia distante
Quasi un lamento
Cercai ancora quello sguardo
Insistente
Segno dell’amore di un tempo
Antico ed altero
Le file grigie di pioppi
Passi leggeri come piume
Forse una flebile voce
Fra gli argini dei campi
E in fondo al sentiero verde
Verso il castello
Al ricordo del tormento
Dei rami incrociati della quercia
Volava
La tenue figura
Della bimba del sogno
Accarezzando i prati lucidi
Sulle ali di una cicogna bianca
Per poi
Svanire piano
Dietro le nuvole della sera
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