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lunedì 6 aprile 2009



S        Sorridere                            


È difficile dare un senso  al volto gioioso  dei bimbi

Capire cosa si cela

Dietro quegli occhi sgranati

Pensare  ai sogni  di un virgulto

Che della vita conosce solo il gioco e le luci

Alimentare quel cenno   innocente  d’intesa

Scomparso ormai dalle nostre abitudini

E farlo durare per sempre  oltre i confini del tempo

E le angustie dei nostri piccoli spazi

Insieme alle fronde perenni di boschi inviolati

Disperderlo nell’umanità occupata dall’odio e dall’ingordigia

Come un seme portato dal vento

Farlo sbocciare come un fiore

Nei giardini delle nostre città

Popolate di diffidenza e di paura

Sui volti divorati dall’invidia e dalla malvagità

Farlo vivere come una preghiera

Sui banchi delle chiese del mondo

Nell’oratorio del campo

Dove una volta ci si riuniva tutti a ringraziare Dio

Per la fine della giornata di fatica e

Per l’agognata abbondanza delle messi

Nei mesi del raccolto

Farlo sospirare come un segno celeste

Nell’anima  dei potenti

Intorno ai tavoli dove si disegnano i destini del mondo

Farlo risuonare come  un canto di speranza

In cui tutti si trovano insieme

A celebrare in coro la lode dell’eterno

Perché quel sorriso

Quello sguardo ingenuo di bimbo

Quella grande domanda di pace

Ci accompagni sempre

Nell’euforia della festa

Nei prati  baciati dal sole della collina  

E nei momenti di dolore e di solitudine

Attraverso i sentieri ignoti

Talvolta aspri ed impervi

Di  questo nostro lungo viaggio

Per la vita

 

 


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