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sabato 14 marzo 2009


Barconi                  (2009)

Carcasse  del mare

Sbilenche figure  di ferro

Incrostato di ruggine antica

Relitti arenati sulla sabbia

sospinti dalla furia del  maestrale

barconi ricolmi   di disperati

mi viene di pensare all’eterno ingrato  destino dell’uomo

dietro quel buio insistente dell’anima

dietro il tepore ingrato del benessere  

si perdono gli sguardi di milioni di persone

ci sentiamo ancora tutti

strappati via  dalla propria casa

dai ciottoli di quella strada dietro la cattedrale

dal quel campo di granoturco

prima dei boschi in riva al fiume

in cerca di un futuro diverso

quante vite intrecciate e disperse nella geografia del pianeta

pareva fossero storie indietro nel tempo

odori distanti e dimenticati

valigie allineate sulle fredde banchine

dell’inverno padano

vecchie locomotive sbuffanti

nei nebbiosi vapori  dell’alba

fischi amari di addio

carrozze di un marrone tutto uguale

piroscafi alti come grattacieli

insinuati nei porti  della grande  promessa

neanche il tempo di pregare  

invece anche oggi

la miseria

le guerre  

la fame  strappano le radici

di questa gente  come noi

senza fatica  dalla sabbia infuocata del deserto

hanno gli occhi sbarrati

tante domande inespresse

le membra tremanti di paura e di rabbia

qualcuno ha dei bambini fra le braccia

altri solo la rassegnazione e la speranza

in mezzo talvolta

poche intrepide donne

e tante lacrime asciugate dal vento

anche le briciole potrebbero bastare

ma il nostro mondo continua  a consumare

il superfluo

e a dimenticare quel viaggio di una volta

lontano nel tempo

che ci ha portato qui

 

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