
Verrà la notte
di Giorgio Bongiorno (2008)
ansia nascosta dell’inesorabile
discesa del buio
dei pianeti
sulle cose del bosco
mite crepuscolo
di passioni infuocate di adolescente vigore
amori ingialliti nella memoria
sublimi attimi di attesa
nel suono disteso di parole mai
pronunciate
sfumano nel silenzio
con la tenue luce del giorno
e si accendono memorie
vagabonde
vicende leggere come seta
tessuta con il fuso del tempo
il segno di una invocazione
antica e solenne
quasi una preghiera
processione di
alberi allineati sul sentiero di casa
trepidi intrecci di illusioni
frammenti di storie consuete
faville disseminate nel cielo
echi sommessi di ottoni luccicanti
nel dolore mesto del commiato
eppure
il mattino era stato tanto dolce
corolle variopinte
gemme trasparenti di rugiada
promesse di caldo sole d’estate
il corpo geme
si svuota adagio
per lasciar posto all’anima
gli occhi si chiudono
nell’ebbrezza profumata
del sogno
ancora un accorato cenno
di speranza
l’altalena giocosa dei gabbiani
sul mare increspato della baia
la sirena lontana di un naviglio solitario
poi
dalle nuvole chiare
improvvisa una raffica di vento
fra i pochi colori della notte
spegne l’insistente ricordo di quel bacio
tenero
indimenticabile
e accompagna fedele
l’ultimo struggente respiro
della vita
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