
Aigues Mortes di Giorgio Bongiorno (2009)
Ai capricci incantati del vento
Ed agli stagni lasciati fra le dune dorate
Dall'azzurro mare del Rodano
Ho affidato il sapore tenue
Della lavanda in fiore
Il profumo del sogno di un tempo
Il tramonto bruciato fra le mura di Aigues Mortes
Al cavaliere della crociata lontana e luminosa
Alle navi solenni e festose del rito antico della terra promessa
Ho domandato il perché della corsa dei tori
Delle narici umide e stanche della collera
E ho dipinto coi fenicotteri rosati
Il volo lungo degli angeli gitani
Lo sguardo tenero della
Nostra Signora dei Sabbioni
La fortezza del porto
Ancora alta sulle lame saracene
E i fiori eterni della marina
La torre guarda l'orizzonte altera
Attraverso arcate solenni i penitenti bianchi
Salutano i cavalli liberi di Camargue
Gli sparti duri figli della sabbia
Nella nebbia del mattino
Disegnano gli archi slanciati
Con il galoppo dei guardiani verso la ferrata
La salamoia fra i canneti del sole
E i giardini scintillanti e discreti
Accarezzano le onde increspate della laguna
Di giorno si aspetta la settima luna
La festa della coccarda
Il sibilo del cigno elegante e solitario
E l'ultimo dolce sospiro dei colori tersi dell'estate
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