
Il canale del poeta
di Giorgio Bongiorno (2009)
Volevamo sentire il grido di quella madre
Per la morte di un uomo
Il poeta
Un corpo senza anima
Sul ciglio della strada
Nella nebbia della pianura
Nessuno ricorda quei brandelli di passione
Sparsi nel turbine di brevi anni
Intrecciati ai filari dei pioppi
Regalati alla gente di qui
Perché proprio lui
In quel giorno della vita
Il poeta
Un corpo senza anima
Sul ciglio della strada
Nella nebbia della pianura
Cantano ancora i suoi accenti tenui
I ragazzi del borgo
Fanno ancora l’amore con le sue parole
Mandate a memoria come ai tempi della scuola
Si guardano negli occhi con il tenero sguardo del commiato
Lo stesso rubato alle sue ballate
Sognano nel suo cielo bizzarro
Ascoltano lontana l’eco della speranza
Una preghiera sommessa recitata
Dal coro degli angeli nell’aria tersa del crepuscolo
Capriccio delicato di musiche antiche
Sensazioni colorate di malinconia
Nel tramonto palpitante di campi
Infuocati ancora dalla calura del solleone
Nessuno lo vide più allontanarsi nella campagna
Al sorriso insistente dei girasoli
Scomparire nel verde
Con la vecchia bicicletta
Nessuno seppe più di quei suoi ultimi versi
Della sua cartella scura
E dei pochi fogli di carta
Ricamati di sentimento
Che l’acqua distratta del canale si portò fino al fiume
Con la brezza del mattino
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