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domenica 22 febbraio 2009


Gli altri siamo noi                    

di Giorgio Bongiorno (2009)

Chiedono agli altri di non morire bambini  

Di continuare a vivere almeno fino a domani

Gli  altri siamo noi

Inondati dal falso e temporaneo tepore del benessere

Dalla nostra  arrogante civiltà usa e getta

Dal nostro sottile e brutale egoismo

Se solo per un momento potessimo

guardare il profondo di questi occhi

Colmare  questi piatti troppo spesso  vuoti

Con gli avanzi della nostra cena

Strappare un sorriso come fossero nostri figli

Vincere l’ignoranza e la miseria

Dei ghetti metropolitani

Gli altri siamo noi

del mondo cosiddetto

Sviluppato

Quelli che cambiano automobile come i vestiti  delle  stagioni

Gonfiano  a dismisura  le loro pance nei convivi

Sperperano fortune al gioco

offrono le briciole del loro lauto pasto

E talvolta neanche quelle

Per accomodarsi  un poco la coscienza

Loro

Senza vestiti  

A piedi nudi

Assediati nella vergogna della giungla

E nelle tristi distese di baracche  delle bidonville

Dai rigagnoli  maleodoranti  

E da cataste di rifiuti

Ci guardano con quegli occhi

Imploranti

Non sanno cosa siano i  giocattoli dell’infanzia

Cosa  sia la gioia

Cosa sia il rancore

Cosa  sia la speranza

chiedono solo

di  accompagnarci nell’umana processione

di  questo viaggio

cercano un riparo dalle intemperie

un sollievo dai parassiti

un rimedio dalle malattie

una tregua dalla sete

sognano angeli alati che li allontanino

da questa terra malvagia

oltre queste nuvole grigie

e li portino in cielo

nei feraci e infiniti domini  del grande Padre

con la dignità

delle anime

 

 

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