Angolo di lago
di Giorgio Bongiorno (2008)
I rami del salice accarezzano la sponda del lago
Nella insistente brezza del meriggio
L’argentea livrea delle alborelle
Rispecchia i raggi del sole
Il borgo dipinto da mano divina
si inoltra adagio nell’acqua limpida
del prezioso scrigno dei monti
Il pensiero abbandona stupito
La consueta foga del giorno
corre indietro nei secoli
Delle antiche leggende
I passi incerti indugiano sulla riva
Il campanile di Pella
Ai piedi del bosco perenne
rintocca piano
Il richiamo lontano della fede
Resto attonito ad ammirare il quadro
Al fruscio dell’onda sul selciato
La danza di ombre scure
Gioca con la luce del cielo
Memorie indistinte affollano la mente
Un cigno decora lentamente
Quest’angolo di paradiso
E scompare altezzoso dietro il balcone vuoto
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