Quel cespuglio
Irto di spine
Sul greto del torrente
Nel sole infuocato del meriggio
Vecchi episodi di tormento
Giorni che avrei preferito dimenticare
Ore trascorse nel dubbio
Frammenti intricati del mio tempo
Petali di storie
Confuse fra arbusti secchi
Distante nella memoria
L ’arabesco prezioso del giardino
Il ricamo di siepi
Dipinte dei colori della primavera
Ho letto nelle trame di quel disegno l’antico sconforto dell’esilio
La opaca malinconia del distacco
Il segno indelebile di tanti dolori
Di innocenti folate di desideri
Che hanno coperto il mio cammino
Come tappeti profumati d’erba
Eppure intorno solo una distesa di neve
Tranquilla
Scintillante
La cantilena di sillabe unite
Nell’armonia gremita dei pensieri
Ricordo di lontane
Giovani emozioni
Confortanti delizie
Accenti di tenera follia
Dove i contorni sfumano e si annullano
Figure di volti che si perdono nel buio
Momenti di assoluta solitudine
Gelide
Immagini che si susseguono nella mente
Audaci
Rincorse frenetiche
Mute e misteriose testimoni
Di questa calca di parole mai pronunciate
Trattenute a stento
Nella steppa illusoria del sogno
Invocazioni disperate
Serrate in gola
Inondate
Di quel divino fascino
Del silenzio
Che spinge l’uomo
A inchinarsi in preghiera
Nella distesa senza fine
Delle verdi pianure dell’anima
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