Benvenuti ai pellegrini della parola.....

Parola come emozione, sentimento, ispirazione, sogno, visione, immagine......

Visualizzazioni totali

martedì 17 agosto 2010

Tronco d'ulivo



Possente

Ieratico

Monumentale

Ostinatamente

Contorto

Resiste

Rigoglioso

Alla impervia scure del tempo

All’incessante danza delle stagioni

Avvinghiato alla furia del vento

Flagellato dalle notti di tempesta

Piegato ma non vinto

Abbracciato intorno a te stesso

Scolpito

In un sommesso stormire di foglie

Meste messaggere dell’umana sofferenza

Testimoni antiche

Dell’ansia del raccolto

Emozione perenne

Delle tenui tinte della masseria

Tronco inerte

Trafitto dal sole

Rinsecchito dalla sete di secoli

Scolpito da antiche ferite

Nodi dell’anima

Ancora intrisa della melodia struggente dei canti del vespero

Rami distesi per l’aria

Quasi a sorreggere il cielo

Forti della fatica contadina

Giunge poco lontano

Silenzioso

Oltre le colline

Il profumo del mare increspato

Attraverso questa terra arida e rossiccia

Generosa

Ammantata

Di amare cortecce

Icona della atavica pazienza dell’uomo

Calice soffuso di fraterna pace

La mia tremula voce

Risuona

Nell’uliveto ormai deserto

Come il lamento degli spettri del crepuscolo

Lo sguardo abbagliato dalla magia di questo tronco inerte

E dalla luna intenta

A colorare d’argento

E di perla

Questo

Sovrumano gemito di chiome lucenti

tenero amore


Temibile e tenero è il volto dell’amore

Sublime dardo

Di un fragile arco teso

Gridi di gioia

A scoprire il mite segreto dell’anima

L’aura chimerica dell’ardore

La leggera impalpabile melodia dell’amplesso

Chiave dorata di un viaggio magico nel tempo

Meravigliosa follia

La danza umana delle emozioni

Si perde nel dominio limpido di desideri inesplorati

Intreccia festosi disegni luccicanti sul palcoscenico dell’esistenza

Fra gli astri di un cielo affollato di ghirlande colorate di promesse

Ebbrezza di profumi

Fiori iridescenti che pare non debbano mai appassire

Fedele adorazione dei corpi

Carezze indelebili come tatuaggi dello spirito

Voluttà della mente

Idillio di delicate malizie

Note di un pentagramma stregato

Intese di lunghi sovrumani silenzi

Senza liturgia

Sguardi che si incontrano

Senza conoscere il sapore acre del distacco

Lo scherno inquieto dell’abbandono

Estasiati da una scoperta irripetibile

Alla fine della corsa

Restano

Dolci rimpianti

Tenui nostalgie

Nuvole grigie di malinconia

Ombre di piacere

Qualche frammento di passione

Gelide riflessioni

Echi di sogno

Tracce di ricordi

E

Uno strascico di perle

Abbandonate sul sentiero della vita

Elegia


Ho sentito il tuo profumo
Nella tenue fragranza dei fiori del giardino
Ho ammirato i colori delle emozioni
Nell’arcobaleno
Di questo giorno d’estate
Ho cercato il sapore dei tuoi baci
Nel nitido specchio di questo mare incantato
Trasparente
Magico
Il lampo della tua passione
Dietro l’ombra degli archi della masseria
La luce dei tuoi occhi
Al culmine del cielo del mattino
L’alito dei tuoi sospiri
Nella lieve carezza del vento
Il sublime canto della tua voce
Nella melodia appena percepita di note distanti
Il fascino del tuo sorriso
Nello scrigno dei miei gioielli più rari
Ho sfiorato
Il candido velluto della tua pelle
Su questa sabbia dorata dal tramonto
Ho provato
A stringerti forte fra le mie braccia
Fino possedere tutta la tua anima
E sono rimasto
Solo
Con il mio fragile
Esile
Amore
Indifeso
A guardare un naviglio bianco
Lontano
Percorrere adagio
Insistentemente
La linea dell’orizzonte

Tramonto a Pentima


Tanti hanno scritto di superbi tramonti

Del fascino della luce che si allontana

Della struggente metafora della vita

Del magico spettacolo dell’orizzonte

Il sole celebra

La solenne consueta danza del mondo

E la luna si veste d’argento e si palesa alta

Sopra le nuvole rosate

Fragili

Meste sensazioni

Scavate nel profondo dell’anima

Scoperte nello scrigno azzurro del cielo

Parte di me

Della mia carne

Un soffio del mio essere

Segno inquieto della malinconia

Di tutto ciò che muore

Come l’autunno

O si inchina adagio

Riverente

Come i fiori del mio giardino

Domani sboccerà la primavera del giorno

Limpida

Profumata

Brillante

Armoniosa

Il chiarore del mattino

Cancellerà questa opaca umana trepidazione

L’ antica paura del buio

L’angoscia dell’ignota corsa degli astri

Il tepore dell’alba

Accompagnerà il mio sereno risveglio

Riscalderà la mia passione

Vorrei ritrarre ancora

Negli spazi di questo cielo

I tratti solenni della speranza

Quel lontano sorriso

Una di queste lunghe sere d’estate

Ma nessuno potrà più dipingere

I colori vibranti del mio sogno

L’irripetibile stupenda immagine

Di Pentima

Unica

Incontrastata

Sovrana dei miei pensieri


Morire d’amore

di Giorgio Bongiorno (2010)

Forse non è morire

Non è

Cercare nel suicidio del corpo

La risposta

Al baratto fugace dell’esistenza

Annientare la domanda di infinito che si agita dentro

No

È solo lasciare la presa del cuore

Migrare altrove

Andare lontano

In un mondo diverso

A vivere l’essenza dell’amore

L’intensa insidia dei sentimenti

Il cruccio ameno del desiderio

La voglia di solitudine

La tentazione del miracolo

La malia del sogno

L’inganno trasparente del piacere

La mesta asprezza del dolore

Il fascino triste della speranza

La giovane follia della morte

Fuggire dalla corsa sfrenata di tutta quella gente

Amorfa

Incerta

Ebbra di dubbi

Trattenersi un momento sull’orlo dell’abisso

Invocare la magia del cielo

Intonare gridi di giubilo

E abbandonarsi all’estasi insistente del bacio