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lunedì 23 febbraio 2009


Al mattino              

di Giorgio Bongiorno (2008)

È al mattino 

Quando  più intensa la pena di vivere

Incontra  

Lo  sconfinato  divino richiamo delle galassie

Lo scherno dell’inganno di   ogni giorno

L’ intricato dolore del bosco  della vita

L’antica angoscia  del sogno infinito

La spaventosa minaccia del vuoto  eterno

L’ingiurioso oltraggio  della solitudine  

Il disprezzo della tempesta di luoghi comuni

Pronti ad assalirti appena fuori di casa

Le rozze  catene di un’esistenza vagabonda

Il remoto fantasma della miseria   

Il  sonno indifferente  di  milioni di corpi

Ammassati  

Nel gelo di una  metropoli distratta

Ogni  giorno più lontani  

Dal tenue sospiro  dell’anima

Addossata ai  marmi di una stazione

Su un giaciglio di cartone

Estrema  dimora della vergogna

È al mattino

Quando il primo raggio di sole

Si  insinua fra nuvole scure

E sfida altero la nebbia di edifici tutti uguali

Allineati sul  percorso consueto

Che l’azzurro del cielo e

Il profilo lucente delle colline

Accompagnano   

Con l’impeto della burrasca

I pensieri erranti  nel vento d’inverno

L’inviolato mistero della fede

L’eco sommessa  di una invocazione  

La  insistente  umana speranza

del perdono

e  implorano    

in  preghiera

alla clemenza  del Padre  

Il  dono purificatore del risveglio

Prima  della fine 

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