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domenica 2 gennaio 2011

Il fiume




Quei tenui colori della pianura
Assonnata e pigra
Nuvole bianche e specchio limpido del cielo
L’icona di quella grande quercia
Gigante verde
A segnare lo scorrere impassibile del tempo
Geometrie di argini interminabili
Possenti  
Boschi  dipinti intorno a
Lanche tranquille e silenziose
Come la gente di qui
Cresciuta poco distante dalle golene
Torno a quegli anni  di fuoco
Dove i prati muoiono nella sabbia delle rive
E le piene sfogano il loro funesto ardore
Risento i tuoni  secchi delle  granate
L’aria imbevuta di polvere
L’odore acre del fumo
E  il pianto  dirotto dei rifugi  
Risuonano aspre
Oltre l’ansa distesa dei renaioli
Voci e di rudi icone  
Aleggiano sguardi scuri di sole e di fatica
Nelle  mie vene si agita quella pace  povera
Sovrana
L’afa d’agosto  celata  nell’anima
L’orgoglio contadino
Geloso insistente bagaglio  di vita
Trofeo di storie semplici
Trascinate  a forza per tutti  i continenti
Dal ponte guardo spesso lontano
Dubbioso  di questa tregua improvvisa
Mi piace spaziare fino all’orizzonte della campagna
E al severo profilo delle torri del borgo
Tra passato e futuro  
Anche la mia acqua
Come il fiume
Lentamente si avvicina al mare


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